Nuoro (Sardegna)

 

Fra le montagne e i boschi della Barbagia, là dove d’estate i profumi si diffondono nell’aria liberi dal manto silenzioso della campagna sorge Nuoro, cuore in fermento dell’Isola. Abbastanza semplice da arrivarci in automobile se ti trovi con la famiglia in una delle località della costa, anche in camper. Un tempo chiamata l’Atene sarda, è una città “d’una vecchiaia forte, nobile, serena”, come Grazia Deledda la descrisse in una delle sue protagoniste in ‘Canne al vento’.

La città si estende su un altopiano granitico a circa 554 metri s.l.m. (le abitazioni si estendono tra i 450 e i 650  m s.l.m.), ai piedi del monte Ortobene, alto 955 metri, e tra i colli Ugolio, Biscollai, Cucullio, Tanca Manna, Thigoloboe, Monte Gurtei e Sant'Onofrio. A ovest la città termina con il pianoro di Corte. Nuoro è il settimo capoluogo di provincia più elevato d'Italia. Nuoro gode, come quasi tutti i comuni della Sardegna, di un clima mediterraneo temperato dominato da un ricorrente maestrale, con estati moderatamente calde e inverni freschi, solo raramente gelidi. Tuttavia la quota relativamente elevata e la particolare posizione geografica della città favoriscono repentini cali di temperatura in occasione delle ondate fredde dal nord, soprattutto nord/est. Nuoro subisce periodicamente anche il caldo scirocco, che arriva dalla valle di Dorgali e spesso genera piogge molto intense. La temperatura media annua varia tra i 13 e i 15 °C, a seconda delle annate (Media 2004: +13,09 °C / Media 2005: +13,07 °C / Media 2006: +14,30 °C) e dei quartieri, avendo la città una discreta estensione geografica unita ad un notevole dislivello di 275 m tra il punto più alto e quello più basso. A santu Pedru, il quartiere della scrittrice premio Nobel, fra stradine e case di pietra, scoprirai l’arco fiorito che introduce alla sua casa-museo: stanze cariche di libri, ricordi, di vita quotidiana. Nei suoi libri fanno capolino donne operose dal carattere saldo che affermano se stesse nella lotta per la dignità. L’immagine della donna sarda si ritrova nelle opere di Maria Lai al museo Man o nella sagoma carismatica della Madre dell’ucciso dello scultore Francesco Ciusa, conservata nel museo a lui intitolato, all’interno dello spazio espositivo del Tribu. Nel museo etnografico sono esposte opere d’artigianato che vedono la donna come artista e destinataria: gioielli, abiti, manufatti tessili, pani tradizionali. Sempre vicino al rione santu Pedru, nel cuore di Nuoro, potrai visitare la piazza-monumento intitolata a Sebastiano Satta, dove si affaccia la casa in cui il poeta è vissuto. Un gioiello unico e di significato mondiale” (la giudicò lo storico dell’arte Fred Licht), progettato dallo scultore oranese Costantino Nivola, uno dei più grandi artisti sardi del Novecento. A poche centinaia di metri non perderti la cattedrale di santa Maria della Neve e la chiesa della Madonna delle Grazie.

“Non è vero che l’Ortobene può essere paragonato ad altre montagne – scrive la Deledda – l’Ortobene è uno solo in tutto il mondo”

La tappa al monte che domina il capoluogo barbaricino è d’obbligo, la fatica della salita sarà ripagata dal panorama incantevole. Su una delle sue cime è collocata dal 1901, ad un altezza di 925 metri, la statua bronzea del Cristo, verso la quale l’ultima domenica di agosto si dirige la processione della festa dei Nuoresi, la grande sagra del Redentore. Mentre, ai piedi del monte si trova la chiesa della solitudine, dove riposano le spoglie di Grazia Deledda.









































































































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